mercoledì 5 giugno 2019

NO SOCIAL... differenze fra sito www.loregalomanonlobutto.it e i gruppi Facebook di dono

Ciao. Nel 2010 ho creato il sito internet www.loregalomanonlobutto.it col fine di offrire uno strumento utile per donare/scambiare/cercare oggetti in disuso, ma soprattutto per abituare l’utenza a prolungare la vita degli oggetti, facendoli diventare spazzatura più tardi possibile.
All’epoca ero già iscritto a Facebook e ad altri social, con gli anni ho notato il proliferare di gruppi e pagine con lo stesso scopo. L’utilizzo dei social è di moda, ma non mi ha mai convinto per una serie di motivi. Ecco quali:
1) Facebook è un social network e non un sito specializzato in annunci di dono. Anche se oggi gli iscritti ai social sono tantissimi, non tutte le persone sono iscritte e non si può certo costringere una persona ad iscriversi ad un social network solo per consultare un annuncio.

2) Su Facebook non c’è alcun controllo sulle identità. Ognuno può creare decine di account finti e arraffare oggetti in disuso per poi magari rivenderli (cosa che succede più spesso di quanto tu possa immaginare). Anche se Facebook, ogni tanto fa pulizia di account finti (ad esempio qui un articolo che ne parla: “Facebook, rimossi 1,5 miliardi di account falsi in tre mesi”).
Qualche tempo fa ne parlarono anche al telegiornale, che gestori di mercatini dell’usato arraffavano oggetti in disuso per tentare di venderli nei propri negozi. La cosa più assurda è che di tanto in tanto l’invenduto lo abbandonavano per strada. Poi ci sono alcuni utenti che sono talmente stupidi da rivenderli su Facebook stesso, ed è capitato che il donatore l’abbia scoperto…




3) La maggior parte delle volte i gruppi di dono su Facebook vengono creati da semplici utenti e non da organizzazioni specializzate. Spesso il motivo è solo avere un gruppo con più iscritti possibile e magari si perde di vista l’obbiettivo principale, che è di donare a chi ne ha bisogno. Infatti ci si può imbattere in battibecchi fra utenti che creano tutti lo stesso tipo di gruppo (avendo tutti gli stessi strumenti), una sorta di competizione che mi ricorda una “battaglia tra poveri” dove l’unico che ci guadagna è il colosso Facebook con la sua pubblicità.



4) Sempre per il motivo citato sopra, passata l’euforia iniziale per un gruppo, spesso gli amministratori cominciano a perdere interesse per l’iniziativa e magari attivano gli annunci dopo svariati giorni oppure permettono la pubblicazione di oggetti in vendita.





5) Spesso il gestore di un gruppo Facebook non si chiede “ma stiamo donando alle persone giuste?”. Se ci pensi, le persone veramente bisognose non hanno accesso ad internet, questo significa non poter accedere agli oggetti donati. In questi gruppi Facebook si rischia di donare a semplici spilorci o ad accumulatori seriali. Alcuni utenti si rendono conto di questo e cercano di specificarlo…





Il metodo ideale sarebbe quello di mettere a contatto chi dona (che solitamente usa internet) con chi ha bisogno di doni, attraverso strutture fisiche, per strada.




6) Il sistema di diffusione delle notizie di Facebook non è adatto al dono degli oggetti. Solitamente in questi gruppi chi è interessato all’oggetto mette un “mi prenoto” sotto la foto. Il primo che si prenota ritira l’oggetto. In realtà l’algoritmo automatico di Facebook premia chi interagisce più sovente con un gruppo/pagina e gli mostra per primo le notizie. Quindi una persona che mette “mi prenoto” a tutti gli annunci vedrà per primo i nuovi annunci nella propria Home page, a differenza di una persona che magari non si è mai prenotata, è molto probabile che quest’ultima non veda mai annunci nella propria Home. In questo modo si rischia di donare sempre alle stesse persone.

7) Serietà ed educazione. Facebook non effettua controlli di alcun genere, questi vengono eventualmente demandati a chi gestisce pagine e gruppi. Il risultato che vediamo quotidianamente è che su Facebook ognuno si sente libero di fare e scrivere qualsiasi cosa.
Pensaci un po’, se il gestore di un sito internet ti dicesse: “se scrivi o fai cazzate ti butto fuori e non rientri più in alcun modo” la gente ci penserebbe due volte prima di “prendersi delle libertà”, non credi?
Infatti negli ultimi tempi alcune grandi aziende stanno abbandonando Facebook, perché? Nella comunicazione di Unicredit si legge: “Valorizzare i canali proprietari per garantire un dialogo riservato e di alta qualità”.


Con il sito internet www.loregalomanonlobutto.it ho impostato un limite massimo di oggetti in dono che si possono richiedere, ho creato i “Green Point” che sono una sorta di punto di incontro fra chi dona e chi non può accedere ad internet (parrocchie, associazioni ecc), ho creato dei sistemi per mostrare gli annunci anche per strada, nei luoghi dove la gente sosta. Ho creato il primo sistema in Italia che permette, oltre a donare gli oggetti in disuso, anche di sostenere l’economia locale, attraverso la pubblicità gratuita delle piccole attività commerciali.
Le donazioni vengono conteggiate, è previsto in futuro un sistema che premi gli utenti più virtuosi, cioè quelli che donano di più, attraverso buoni sconto da utilizzare in attività commerciali convenzionate.
In poche parole "Lo Regalo Ma Non Lo Butto" è un sistema strutturato e specializzato per il dono/ricerca/scambio di oggetti usati e non una pagina in un social network.
Se vuoi conoscere maggiori dettagli vai sul sito.



N.B. le fotografie che ho inserito sono state prese a caso in alcuni gruppi Facebook.

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