Come giudicheresti una scuola che assegna i voti solo se
vanno dall’otto in su, altrimenti non considera il compito/interrogazione?
Cosa penseresti se permettesse di fare compiti in classe
o interrogazioni copiando liberamente dal libro di testo?
Sarebbe sicuramente il “paradiso degli studenti”,
frequentata con assiduità ma, se sei un adulto, suppongo che il tuo giudizio su
questa scuola non sarebbe positivo.
Bene, Mark Zuckerberg e compagni sono riusciti a
costruire un ambiente virtuale a misura del nostro ego, che però, a lungo
andare, potrebbe nuocere alla nostra salute (soprattutto mentale).
Tutti quanti vorremmo sembrare in piena forma, belli,
intelligenti, saggi, istruiti, al centro dell’attenzione di tutti… ed ecco che
Facebook esaudisce tutti i nostri desideri… creando un ambiente irreale con un
unico scopo… quello di farcelo frequentare più tempo possibile per sorbirci la
pubblicità da cui guadagna.
Certo, non gli si può fare una colpa, si tratta sempre di
un’attività commerciale, ma persino sulle medicine, che ci aiutano a vivere,
troviamo un foglietto che ci mette in guardia sugli eventuali effetti
collaterali del farmaco. E se nuoce alla salute degli utenti viene ritirato dal
mercato.
E per Facebook, dove sono scritte le modalità d’uso, gli
effetti collaterali e le controindicazioni?
Da anni, tutti i campanelli d’allarme sono stati
sistematicamente ignorati dall’azienda statunitense, che naturalmente cerca di
“arraffare” più possibile fino a quando gli sarà consentito.
Solo per fare qualche esempio, da anni gli utenti
chiedono l’inserimento di un tasto “non mi piace” accanto all’oramai famoso
pollice in su “mi piace” (magari in forma anonima per evitare inutili
contrasti), così come funziona da sempre per i video dell’altro colosso
mondiale Youtube e per tutti gli altri siti dove è possibile “valutare” un
qualcosa. L’azienda ha sempre detto di prendere in considerazione questa
possibilità ma stranamente non l’ha mai attuata. Ovvio… perché se i
frequentatori del social cominciassero a ricevere valutazioni negative,
avrebbero meno voglia di “frequentare”, si sorbirebbero meno pubblicità e
Facebook comincerebbe a perderci.
In parole povere Facebook è l’unico posto al mondo dove è
possibile “valutare” un qualcosa ma solo con voti positivi. E come se una
scuola potesse valutare gli studenti solo con voti positivi, come se un
semaforo avesse solo la luce verde, come se in qualsiasi ristorante del mondo,
per ogni piatto tu potessi solo dire “mi piace” altrimenti… zitto, fai come se
non l’avessi mangiato.
Per non parlare del sempre più ingombrante problema delle
“bufale”; un fenomeno esploso grazie al sistema di diffusione e valutazione
adottato dal social. Questa volta Facebook ha fatto leva sulla pigrizia ed
ignoranza di molti utenti che, credendo di fare una cosa utile, condividono
qualsiasi fandonia postata in rete. Più mi piace e condivisioni produce la
fandonia e più si dilaga in maniera virale, anche se si tratta di una notizia
falsa. Questo perché, in un social network i contenuti che rendono interessante
la permanenza degli altri utenti li creiamo noi stessi, quindi più contenuti ci
sono e più gli utenti sono invogliati a frequentare il social. Purtroppo non
esiste nessun filtro sui contenuti inseriti e nemmeno sull’identità degli
utenti che li inseriscono, quindi spopolano notizie stupide o completamente
inventate, nate al solo scopo di arraffare “mi piace” o per creare scompiglio e
denigrare.
Il fenomeno “bufale” è diventato talmente ingombrante da
riuscire a scomodare la politica in tutto il mondo. A questo punto, i pezzi
grossi di Facebook, hanno dovuto promettere di fare qualcosa per arginare
questo fenomeno, anzi, a loro dire hanno intrapreso una vera e propria guerra
contro le “fake news”.
Non so in che modo stiano combattendo questa guerra, ma
almeno qualcuno comincia a notare quanto possano essere nocive alcune strategie
commerciali adottate dai social.
Senza considerare che oggi Facebook è frequentato anche da
ragazzini, che sicuramente stanno vivendo la parte peggiore di quello che
l’informatica ha offerto da quando è nata.
Già ci sono altri problemi collaterali che nascono dall’uso
dei social (isolamento sociale, dipendenza da social network, narcisismo da
social network ecc.), ci si augura almeno che l’azienda pensi un po’ meno agli
introiti e un po’ più ai potenziali danni che può provocare alla società.
O
forse è solo utopia?
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Aggiornamento 15/09/2017...
Un libro da leggere? Eccolo: "Non Mi Piace: Il contromanuale di Facebook"
https://books.google.it/books?id=oyGZBAAAQBAJ&lpg=PT12&ots=eYQvO6bUHN&dq=bacheca%20condominiale%20virtuale&hl=it&pg=PT28#v=onepage&q=bacheca%20condominiale%20virtuale&f=false
Aggiornamento 31/01/2018
Nonostante tutti i proclama di Facebook sulla battaglia alle Fake News, nel mondo c'è chi si accorge di come vanno realmente le cose:
"No, Facebook non ferma le fake news"
https://www.zeusnews.it/n.php?c=26118
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Aggiornamento 15/09/2017...
Un libro da leggere? Eccolo: "Non Mi Piace: Il contromanuale di Facebook"
https://books.google.it/books?id=oyGZBAAAQBAJ&lpg=PT12&ots=eYQvO6bUHN&dq=bacheca%20condominiale%20virtuale&hl=it&pg=PT28#v=onepage&q=bacheca%20condominiale%20virtuale&f=false
Aggiornamento 31/01/2018
Nonostante tutti i proclama di Facebook sulla battaglia alle Fake News, nel mondo c'è chi si accorge di come vanno realmente le cose:
"No, Facebook non ferma le fake news"
https://www.zeusnews.it/n.php?c=26118
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