Benvenuto/a.
Perchè un blog? Vedo di riassumere: meglio 2 visitatori al mese con cui condividere qualcosa di utile che "5000" amici su Facebook dai quali sorbirsi, ogni giorno, inviti e sagge condivisioni.
Oggi, per la prima volta, ho avuto la necessità di usare lo slider sottosopra. Avendo i due cavalletti video già occupati, ho deciso di realizzare degli adattatori per utilizzare i normali stativi per casse (quelli col tubo con sezione 35mm) come cavalletti video.
Ho inserito negli adattatori i bulloncini delle due misure video standard (1/4 e 3/8) quindi è possibile montarci qualsiasi attrezzatura fotografica/video: slider, teste fluide, braccetti, fari, diffusori ecc.
Se ti piace il progetto puoi stamparti o farti stampare (in un centro stampa 3D) l'adattatore.
Puoi scaricare i files stampabili da qui: https://www.thingiverse.com/thing:2697092 I file STL li fornisco ad esclusivo uso personale, è vietato rivendere l'adattatore.
Qui sotto un video dimostrativo (con l'aiuto dell'onnipresente mio collaboratore Ugo)
Da poco più di un mese è cominciata la mia esperienza con la
stampa 3D. Colto da convulso raptus creativo, progetto e stampo di tutto.
Naturalmente, non poteva esimersi da questa rivoluzione
plastica anche il mio camera crane. Nonostante non lo usi tantissimo, la
versione precedente ( http://gadaletamassimiliano.blogspot.it/2012/10/il-mio-camera-crane-spicca-il-volo.html ), anche se ha raccolto parecchi complimenti, non aveva un
aspetto professionale. Negli ultimi 10 giorni ho voluto riprogettare le parti
in legno, realizzandole in plastica. Essendo materiali con caratteristiche
molto differenti, sto facendo delle prove ed apportando continue modifiche.
In occasione di questo restyling ho apportato alcune
migliorie. Ad esempio:
- il piattello portacam permette 3 tipi di regolazioni,
permettendo di equilibrare il peso della cam/reflex allineandolo con l’asse
della puleggia.
- la puleggia portacam non è più sorretta da un normale
bullone commerciale da 12mm di diametro. Questi bulloni non hanno precisamente una
sezione da 12mm, ma almeno di un decimo di mm in meno, questo per permettere di
entrare agevolmente nei buchi di 12mm. Questa minima differenza provocava un
leggero gioco fra il bullone e il cuscinetto da 12mm che uso. Adesso il bullone
lo realizzo io, esattamente da 12mm, eliminando ogni gioco.
- l’intero braccio (da circa 3,7 metri) adesso non è più
suddiviso in due pezzi ma in tre. Ho adottato un sistema differente di
giunzione, che adesso è ad innesto.
- avendo riprogettato il blocco centrale, ho predisposto un
punto preciso dove alloggiare una slitta. Qui è possibile montarci un braccetto
porta monitor.
Qui sotto il primo video della versione definitiva del crane
2.0. Naturalmente, se riesco, apporto sempre piccole migliorie al progetto…
COM'E COMPOSTO IL CRANE:
E' composto da tre pezzi in ferro (lunghi 125, 135 e 135cm) che possono essere montati in due o tutti e tre.
Cordine di comando e slitta per collegarci un braccetto per monitor.
E' compreso anche lo stativo regolabile.
Nella nuova configurazione offro due staffe portacam diverse, una in plastica che permette varie regolazioni, l'altra in ferro (uguale a quella del vecchio crane) in ferro, permette meno regolazioni ma è molto robusta.
Mancano i pesi, che dovranno essere acquistati in diverse misure per adattarsi al peso della cam installata e della lunghezza del braccio.
COME SI MONTA/SMONTA IL CRANE:
Il montaggio e smontaggio non sono difficili, guardando i video e le foto (anche del modello precedente) si riesce a comprendere come farlo.
Si può scegliere di montarlo in versione corta o lunga, usando due o tre pezzi, e montando una delle due corde. Una volta accavallata la corda alle due pulegge, avvitare il tirante quanto basta per non far più scivolare la corda (NON esagerare nell'avvitare il tirante, onde evitare di danneggiare il crane).
La videocamera deve essere montata sul piattello in modo più bilanciato possibile, cercando di far coincidere il fulcro della puleggia con il fulcro della videocamera. Questo faciliterà movimenti più regolari.
VUOI UNA COPIA DEL MIO CAMERA CRANE?
Come per il precedente modello, posso fornire una copia esatta del camera crane.
Li realizzo sempre nei ritagli di tempo, quindi contattami per conoscere i tempi per la realizzazione.
Solitamente consegno tramite corriere oppure di persona a chi mi può raggiungere a Ruvo di Puglia (BA).
Così come per la precedente versione, chi mi può raggiungere può testarlo liberamente senza alcun impegno di acquisto.
I primi test... sul pianerottolo di casa.
ed i primi tentativi per motorizzare il movimento tilt del crane...
Il metodo più giusto per sfilare innesti in plastica nuovi dagli stativi..
SCONTO PER L'ACQUISTO DA EBAY...
Mi è stato chiesto come mai vendo il crane su Ebay a 10 euro in più...
Non tutti sanno che Ebay è un'immensa vetrina mondiale ma... è carissimo.
Fra le tariffe di vendita Ebay (quelle di inserzione spesso sono gratuite) e le tariffe Paypal, il venditore si vede decurtare una bella fetta del pagamento effettuato dall'acquirente (le percentuali delle tariffe sono esposte sui relativi siti).
Quindi quasi tutti i venditori applicano un leggero rincaro, nelle vendite Ebay, per ammortizzare il salasso delle tariffe.
E' possibile risparmiare una decina di euro, acquistando il crane fuori da Ebay, utilizzando comunque il pagamento Paypal, sfruttando quindi la protezione acquisti fornita da quest'ultimo. Questo per rendere più sereno un potenziale acquirente che naturalmente non mi conosce ancora. Ricordo che per chi risiede in zona, è possibile testare e rititrare il crane di persona, risparmiando il costo della spedizione.
ESPERIMENTI...
[Mercoledì 23 Marzo 2016]
Mi è venuto in mente di provare ad utilizzare il mio gimbal per dslr su questo crane, in modo da gestirlo come una testa remotata. Il mio è controllato da una scheda Basecam SimpleBGC a 32bit, gli ho installato un modulo bluetooth ed una ricevente radio, in questo modo posso controllare i movimenti del gimbal sia attraverso un joystick (collegato con fili), con quasiasi smartphone/tablet con istallata la relativa APP oppure con lo stesso radiocomando che uso per il drone. Ho progettato e stampato un adattatore in plastica che si innesta sul tubo superiore del gimbal per poi avvitarsi alla puleggia del crane. Naturalmente non ho montato la cordina di comando.
E' nata l'esigenza di dover lavorare al gimbal per installarlo sul crane, così ho creato un terminale in plastica da innestare su un secondo stativo; questo permette di sostenere il braccio del crane.
Il peso totale di gimbal e cam è di 2,1Kg.
Purtroppo il cattivo tempo di questi giorni non mi permette di fare dei test, quindi per ora mi sono limitato a riprendere il crane montato.
Spero di riprendere la sperimentazione nei prossimi giorni.
CRANE-BOIATE 2016… UN PO’ DI BUON SENSO NON GUASTA
Questo aggiornamento può essere considerato una riflessione ad alta voce…
Negli ultimi anni, per quanto riguarda i camera crane, sono venuto in contatto con centinaia di persone, mi sono state poste tante domande, fatte richieste assurde, ed ho visto e sentito cose che “non stanno ne in cielo ne in terra”… per darsi delle risposte, a volte… basta solo un po’ di buon senso.
Non voglio discriminare o fare paragoni, ma solo dare qualche spunto di riflessione.
Prima di tutto i crane professionali non costano poche centinaia di euro. Oggi sul mercato ci sono articoli persino da 100 euro, altri presentati come “professionali”, ma che di professionale non hanno nulla (purtroppo, come Facebook ha svalutato la parola “amico”, così il mercato odierno abusa delle parola “professionale”… ma questo è un altro discorso). Quindi se stai acquistando un crane da 300 euro, non ti potrà stupire se nell’utilizzo scoprirai eventuali difetti strutturali, anche elementari.
Parliamo di lunghezze… Ok, l’uomo è tendenzialmente ossessionato dalla lunghezza, ma nel caso dei crane, a lunghezze differenti corrispondono differenze strutturali, anche molto importanti, non si tratta solo di aggiungere centimetri.
Si trovano in commercio crane con una portata massima dichiarata della cam di 7kg, sorretti da stativi con portata massima di 50kg (simili a quelli che solitamente si usano per le casse) o addirittura crane da 1,5 metri montati su stativi in alluminio portatili per macchine fotografiche. Facendosi due conti, appare subito improbabile che possano lavorare correttamente. Il crane è una leva, per ogni kg di peso sul braccio lungo bisogna equilibrarlo con un peso doppio, triplo, quadruplo dall’altra parte (dipende dalle lunghezze dei bracci), quindi sommando la cam, la struttura e i contrappesi, si possono raggiungere facilmente i 20, 30 o 40Kg. Uno stativo che sopporta fino a 50kg di peso statico, potrebbe cominciare ad ondeggiare già con un crane da 15kg di peso totale, perché ci sono in ballo delle leve, con dei pesi alle estremità, delle forze alle estremità ecc. Quindi ci sarebbe da chiedersi cosa intende il venditore per “peso massimo consentito”, il peso entro il quale il crane lavora bene o il peso oltre il quale il crane si spacca?
Mi è capitato anche di vedere obbrobri definiti professionali lunghi 6 metri, con lo stativo posto al centro. E’ ovvio che con due bracci uguali ci puoi montare anche una cam da 15kg, tanto basteranno 15kg di contrappeso per sollevarlo… ma di quanto lo puoi sollevare se il braccio dei pesi è lungo 3 metri ed il fulcro dello stativo è ad appena 1,3 metri dal terreno? Quindi a a che servirebbe avere un crane da 6 metri se lavora come uno da 3 metri?
Alcuni acquirenti si rendono conto solo dopo l’acquisto che il crane non permette di riprendere verso il basso… ma dico io, se compro un oggetto che fa salire la mia cam fino a 3 metri di altezza, è anche probabile che debba riprendere qualcosa che passi o che sia sotto il crane.
Ci sono anche altri fattori che bisognerebbe valutare nella scelta di un crane… quindi ad un venditore è meglio non chiedere solo “quanto ce l’hai lungo”… il crane ;)
Soddisfatto del risultato ottenuto, mi fa piacere
condividere questo progetto.
Circa 10 giorni fa, mio fratello, che possiede una Fiat
Qubo, mi parlava della necessità di dotare l’auto di portapacchi, ma anche
della scarsa convinzione dovuta all’eccessivo “ingombro” di questi optional
dall’aspetto scarsamente estetico.
Per qualche giorno mi sono documentato sui pro e contro
deivari modelli di portapacchi e, dopo
qualche prova, sono giunto ad un progetto che ne fosse un buon compromesso.
Quali sono i parametri ai quali mi sono attenuto:
1) il portapacchi deve poter trasportare un peso massimo
di 75 kg, che è il peso medio sopportato dalla barre longitudinali di molte
auto in commercio (stando a quanto riportato dal libretto di istruzioni)
2) deve avere un buon compromesso fra rigidità e peso. In
caso di incidente il portapacchi deve poter collassare e distaccarsi, evitando
di diventare una sorta di “lancia” che possa ferire gli occupanti dei veicoli
coinvolti.
3) deve offrire il minor attrito possibile al vento. E’
ovvio che trattandosi di barre trasversali, tutti i portapacchi offrono una
leggera resistenza al vento e un supplemento di fruscii, più o meno udibili, in
base al CX (Coefficiente di resistenza aerodinamica) dell’auto, all’altezza e
all’insonorizzazione di questa.
4) deve poter prendere meno spazio possibile nel caso lo
si volesse portare sempre in auto. Solitamente questo non è possibile grazie
all’ingombro di questi.
5) dovrebbe avere un aspetto abbastanza armonioso con il
resto del veicolo, soprattutto se si optasse di tenerlo sempre montato. Nel
caso della Fiat Qubo, la maggior parte dei modelli in commercio sovrastano,
anche più di 10 cm, le barre longitudinali, sembrando tutt’altro che armoniosi
vista anche l’abbondante altezza dell’auto.
Come di compone il mio portapacchi?
Ho progettato e stampato con la mia stampante 3D dei blocchetti
di plastica (PLA) che incastrano due barre di ferro trasversali a sezione tonda
di 25mm con spessore da 1,5mm. I due blocchetti della barra anteriore hanno una
leggere inclinazione, visto che le due barre longitudinali dell’auto si
allargano man mano che ci si avvicina alla parte anteriore del veicolo.
Ogni blocchetto è composto da due semiblocchi, uniti da
due bulloncini e dadi autobloccanti.
Il portapacchi si monta/smonta in pochi minuti, dovendo
avvitare 8 dadi (con una chiave da 10mm), le due barre di poco più di un metro
ed i blocchetti plastici possono essere riposti ovunque, persino sotto il
sedile posteriore dell’auto, quindi portati sempre a bordo.
AGGIORNAMENTO 5 AGOSTO 2016:
Continuo ad avere richieste per queste barre. La cosa mi fa molto piacere ma non posso fornirle perchè questo tipo di articolo è soggetto ad omologazione.
Ho pensato di rendere comunque pubblico il progetto, fornendo gratuitamente i file STL attraverso il sito Thingverse.
Chi ha una stampante 3D può stamparsi i pezzi o farseli stampare da un amico o da un service di stampa.
Potrà così usare il portapacchi sotto la propria responsabilità.