venerdì 27 gennaio 2012

L'incivile digitale prolifera...

Negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social network, un mare di utenti si è avvicinato all'informatica e ad internet.
Questo ha favorito la nascita di una nuova figura: l'incivile digitale.
Il principio è simile a quello che avviene quando saliamo in auto. Protetti dall'involucro metallico, non mettendoci la faccia, viene fuori la parte meno civile di tanti di noi.
Il fatto di essere seduti ad un computer, collegati agli altri solo attraverso un filo, induce "l'incivile digitale" a pensare di potersi comportare come gli pare, ignorando le più semplici regole di buonsenso ed educazione.
Ne è dimostrazione il fatto che chi ha cominciato a navigare più di 10 anni fa conosce la "Netiquette", i neonaviganti non sanno nemmeno cos'è.
Voglio ricordare a tali persone che internet non è altro che un nuovo mezzo di comunicazione, come lo è stato la TV o il telefono, che bisogna imparare ad utilizzare. Ad entrambi i lati di questi "fili conduttori" ci sono sempre persone che comunicano qualcosa e queste persone sono sempre riconoscibili.
Alcuni furbi riescono a sfruttare a proprio vantaggio gli incivili digitali. Un esempio fra tanti è Affaritaliani (news di Libero) che, a mio parere, fa disinformazione (i media le chiamano provocazioni). La tecnica è sempre la stessa: si prende una notizia (o la si inventa) gli si aggiunge un ingrediente "stonato" e la si da in pasto ai lettori, invitandoli con frasi tipo "e tu cosa ne pensi?". E li che "l'incivile digitale" da sfogo a tutta la sua rabbia postando insulti a destra e a manca, a volte senza nemmeno capire i commenti degli altri. In questo inutile bordello colui che ci guadagna è il gestore del sito che piazza i suoi bei banner pubblicitari fra un insulto ed un altro.
Veri e propri ricettacoli di incivili digitali sono i social network, in testa a tutti Facebook. Questi raccolgono tutti i neoutenti internet e fra questi ci trovi quelli che pensano "in Facebook ci sono tutti, mi ci butto anch'io", magari solo per farsi pubblicità.
Gli errori più comuni sono:
Taggare chiunque nelle proprie foto.
Creare eventi ed invitare tutti per ogni cazzata.
Non rispondere ai pochi messaggi seri di altri utenti.
Piazzare la propria pubblicità sulla bacheca di altri, senza nemmeno fingere che l'invito sia per il proprietario della bacheca o magari chiedendo il permesso.
La cosa più assurda è che molti di questi si presentano con il nome della propria attività commerciale, cercando di farsi pubblicità, ed in realtà fanno l'opposto, dimostrando la propria inciviltà.
Ancora una volta, in questa inutile confusione, chi ci guadagna è Facebook che piazza i propri banner pubblicitari. 
Se vogliamo veramente competere con paesi più evoluti e tecnologici come la Germania, l'Inghilterra o gli Stati Uniti dobbiamo, come minimo, imparare ad utilizzare ogni nuovo strumento, evitando di mostrarci i più ignoranti.
A buon intenditor... poche parole.

Massimiliano Gadaleta



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